La lentezza della velocità: la leadership del ritmo giusto | Roberta Martini

La lentezza della velocità: la leadership del ritmo giusto

Pubblicato il 21 Ottobre 2025 in Syntropia

Qualcosa che spesso dimentichiamo è: non tutto deve essere “attivato” continuamente.

In un’era di accelerazione continua, dove “fare” è spesso sinonimo di merito, propongo una domanda:

E se la vera necessità fosse la capacità di attendere insieme alla capacità di guardare oltre il proprio interesse?

In un tempo in cui tutto corre, la “lentezza” è sospetta e “attendere” suona come una resa.

In un tempo in cui tutto ci sollecita a pensare a noi stessi, non farlo sembra un atto sconsiderato.

 

Ma forse la vera intelligenza organizzativa oggi sta nella capacità di attendere insieme alla capacità di guardare oltre il proprio interesse

 

In Syntropia lavoriamo spesso su questi punti ciechi.

Perché i sistemi organizzativi, se li ascolti davvero, ti dicono dove serve agire e dove invece è meglio non intervenire (ancora).

  • Le soluzioni più efficaci non nascono dall’urgenza di correggere in velocità, ma dalla capacità di lasciare che il sistema organizzativo mostri dove ha davvero bisogno di essere toccato.

È il valore che abita negli spazi vuoti, nei momenti in cui sembra che “non succeda niente”.

La leadership efficace comincia quando impari a distinguere tra azione utile e rumore organizzativo.

Quando riconosci che, a volte, il gesto più potente è la sospensione: quel “non ancora” che lascia spazio alla comprensione, alla connessione, alla risoluzione.

 

  • Il coraggio non è decidere in fretta.

È decidere guardando oltre il proprio perimetro.

Troppi leader prendono decisioni per chiudere una milestone, non per far crescere il sistema.

Così ottengono obiettivi impeccabili su carta, ma organizzazioni più fragili nella realtà.

La sfida è un’altra: prendere decisioni che tengano conto dell’impatto, non solo del risultato.

Perché un traguardo personale che indebolisce l’ecosistema non è progresso, è miopia strategica.

Ogni volta che allarghiamo lo sguardo, sulle persone, sulle relazioni, sulle conseguenze, costruiamo futuro.

 

Italo Calvino ci ha insegnato che la vera velocità non è quella che brucia le distanze, ma quella che le abita con consapevolezza – Le città invisibili.

Che ogni accelerazione, se non è guidata da consapevolezza, genera confusione invece che progresso.

E che saper sostare non è un freno al movimento, ma ciò che gli dà direzione e senso.

 

Nel governo dei sistemi complessi, questo vale più che mai.

La leadership del ritmo giusto non misura la rapidità delle risposte, ma la qualità delle attese.

Non corre per “attivare” continuamente, ma sa quando lasciare che il sistema parli, che le relazioni sedimentino, che il tempo costruisca senso.

 

C’è una velocità che disperde e una che raccoglie.

La prima nasce dall’ego, la seconda dall’ascolto.

La prima chiude milestone, la seconda fa crescere le organizzazioni.

 

E allora forse la vera sfida non è aumentare la velocità, ma capire quando agire, quando attendere e quando saper sostare.

In quel punto in cui lentezza e velocità si equilibrano e il gesto più utile è, semplicemente, attendere.